Il modo di condurre, d’intrattenere il pubblico, un annuncio fatto male, una pronuncia sbagliata da parte di uno speaker radiofonico è spesso, ed anche a titolo “gratuito”, soggetto a molte critiche. Critiche che fortunatamente vengono appagate da chi, forse in tanti momenti non ha nessuno, nulla, se non un po’ di cartone su cui sdraiarsi e una radio tra le sue povere mani.
È di qualche settimana fa un suggestivo video realizzato da un’agenzia di servizi radiofonici per divulgare gli auguri natalizi ai propri followers e non solo; le scene trasmettevano emozioni contrastanti… da una parte regnava felicità, chi aveva fatto acquisti da regalare ai propri cari e chi aveva fatto la spesa per la “grande abbuffata”; dall’altra invece c’erano quelli che oggi vengono definiti “gli invisibili”; piccoli ricoveri di cartone, persone avvolte in una coperta per combattere le temperature gelide… solitudine… tanta solitudine… ma il finale è straordinario.
Uno di loro ha con se una radio, l’accende ed inizia ad ascoltare lo speaker che dice: “…e così siamo arrivati alla fine… e un augurio speciale lo faccio a quelli che, in questo momento, non festeggiano con nessuno… i migliori auguri a te amico mio e sappi che finché avrai la radio non sarai mai solo… Buon Natale!”.
La mia commozione è stata tanta… oggi ho un motivo in più per ricordarmi che nessuna tecnica sarà migliore di una qualità che un buon conduttore radiofonico dovrebbe avere e che nessuno mai ti insegnerà: l’empatia, la capacità di comprendere a pieno lo stato d’animo altrui, che sia di gioia o di dolore.
E allora “chi se ne frega” se ogni tanto sbagliamo un termine o una pronuncia, l’importante è avere la capacità di entrare nella vita delle persone anche solo per qualche minuto… quel minuto che non ti verrà mai criticato.